Nome e Cognome: Paolo Galluzzi
Data di nascita: 10/3/1961
Anni in cui hai fatto atletica con l’Uisp Siena? 1977-1985, 1990-1991
Specialità: salto in alto, 100 m, 200 m, 4×100 m, salto in lungo, salto triplo
Primati personali (con data):
salto in alto 1,98m (1982), 100 m. 11,3sec (1980), 200 m 22,2sec (1980), salto in lungo 6,63m (1991), salto triplo 13,26m (1981)
Cosa fai adesso?
Medico Neuroradiologo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e docente universitario (Università di Siena)
Quando hai fatto atletica leggera e cosa è stata per te l’atletica leggera?
Ho iniziato a fare atletica a fine anni ’70 dopo la vittoria nei campionati provinciali nel salto in alto con 1,90. Ci sono arrivato dopo aver fatto altri sport e abbandonando la pallacanestro. L’atletica è stata una maestra di vita, è la vera regina degli sport e si può fare anche solo con scarpette, maglietta e pantaloncini e ti dà risultati oggettivi, ti confronti con tempi e misure. Oltre alle soddisfazioni del mio periodo agonistico mi ha consentito anche di vincere alto e lungo ai giochi mondiali della medicina (Creta 1991)
Cosa ha rappresentato per te fare atletica con l’Uisp Atletica Siena?
Intanto ho conosciuto i “vecchi”, i fondatori come Foffo Dionisi, Renzo Corsi e Marcello Bindi, che hanno impostato e difeso la società come Sport per Tutti, davvero… Si respirava chiaramente una condizione in cui tu davi il tuo contributo, ma eri apprezzato qualsiasi esso fosse e l’importante era davvero il gruppo e l’amicizia. Essendoci ancora il Meeting dell’Amicizia e grazie ai “minimi” che avevo ottenuto ho potuto partecipare ad alcuni meeting cui veniva invitata l’UISP, in particolare a Praga, Budapest e Innsbruck… i miei primi viaggi in Europa… il mio primo aereo peraltro… sotto l’appassionatissima presidenza di Claudio Perucchini.
Chi era il tuo allenatore e quali erano i tuoi compagni di allenamento?
Il mio primissimo allenatore è stato Foffo il quale, da gran fumatore, mi consigliava di usare il piede di stacco come se stessi schiacciando una cicca.. Poco dopo e per tutta la mia attività è stato invece Marco Giovannetti. Il mio compagno di allenamento più assiduo è stato Fabrizio Finetti ma eravamo così pochi a quei tempi che considero tali anche lo stesso Giovannetti, Marco Mosconi, Mauro Guerrini, Damiano Pecchioli, Siro Busini, Marco Nesi, Fabrizio Lachi, Marco Ballini, Vieri Falchi, Adriano Brocci, Leonello Mucciarelli, Claudio “Nazzica” Zanelli, Leonardo Nannizzi, Thomas Joosten, Filippo Battaglia e le pochissime “donne” la “freccia rossa di Uopini” Lucia Fantini, Silvia Perucchini, Michela Bruttini, Letizia Marsili, Sandra Bicchi. A proposito di allenatore sono stato io il primo allenatore del giovanissimo Stefano Giardi.
Come ci si allenava ai tuoi tempi?
Ai miei tempi al campo scuola non c’era l’illuminazione, la pista era in tennisolite e arrivarono in seguito palestrina e copertura tribuna. Quando pioveva si poteva stare anche a settimane senza poter usare la pedana del salto in alto e anche la pista era spesso impraticabile. Ci si allenava comunque, magari si andava al “Rastrello”, dove io e il mio compagno di salti Fabrizo Finetti si spazzava l’acqua dalla buca che si era formata nel punto di stacco del salto in alto e rischiavamo di essere presi a pallonate dai giocatori del Siena Calcio che si ostinavano a calciare dal lato pedana…
Ci puoi raccontare un aneddoto che ricordi con piacere del tuo periodo da atleta?
Nel 1977, ben prima della ristrutturazione di pista e pedane del campo scuola, stavo nella parte esterna dopo l’arrivo e noto una bozza sulla panchina rossa in ferro… chiedo… non ricordo a chi, forse a Foffo, che mi risponde “sarà stato un martello”… a beh… ho pensato a una martellata di qualche carpentiere o muratore… poi ho capito che martello stava per “attrezzo” , probabilmente sfuggito al “bomba” Dreassi dalla gabbia non proprio “contenente” di quei tempi… Ne ho avuto prove anche successivamente, quando la pedana del salto in alto era dove ora c’è la rincorsa del salto con l’asta…
(testo raccolto ad Aprile 2015)