A TU PER TU CON YOHANES CHIAPPINELLI E I SUOI ALLENAMENTI IN LOCKDOWN
In questi giorni doveva essere a Flagstaff, Arizona, Stati Uniti, mille miglia lontano da Siena, per elevarsi dai poco più che 300m sul livello del mare, ai 2000m di un ottimo centro sportivo dove alcuni tra i migliori atleti al mondo delle specialità aerobiche, definiscono la propria condizione in vista delle gare.
Lo scorso anno era stata la prima volta, assieme al suo allenatore Maurizio Cito e agli altri compagni di nazionale; avevano esplorato nel poco tempo libero tra una seduta e un’altra i dintorni, vedendo tra le altre cose la magnificenza del Gran Canyon.
Oggi non rimane che rispolverare un post su instagram o qualche foto incagliata sul telefono: tutto virtuale, come gli allenamenti nelle settimane di lockdown
Il coronavirus ci ha sconvolto le vite, e così è stato anche per quegli atleti, come il nostro Yohanes Chiappinelli, che avremmo voluto sostenere nei prossimi mesi verso la corsa olimpica.
Tutto fermo, tutto ibernato, e non è solo un gioco di parole; in questi giorni anche gli atleti professionisti non si possono allenare all’aperto.
Yohanes, come stai? Come passi queste giornate?
Sto bene, grazie, continuo ad allenarmi a casa.
La mattina cerco di fare qualche lavoro su una vecchia cyclette che avevamo in casa; poi faccio esercizi per la forza a corpo libero. Il pomeriggio provo a muovere le gambe nella strada davanti alla mia abitazione. Approfitto infine del maggiore tempo libero per leggere e studiare; sto infatti preparando un esame che sosterrò nelle prossime settimane (Yohanes è al secondo anno di Scienze della Comunicazione all’Università di Siena).
Vari mezzofondisti sono ricorsi al tapis roulant, tu ci hai pensato?
Certo, appena saputo che il periodo di chiusura sarebbe stato esteso fino al 3 maggio, ho cercato in internet e attraverso vari canali, ma è impossibile trovarlo! Sono probabilmente andati a ruba, e, ovviamente, a me ne serve uno con certe caratteristiche, che consenta di tenere ritmi sostenuti sopra ai 20km/h.
Anzi – Yohanes sorride al telefono – potrei “lanciare un appello”, attraverso questo canale per trovarne uno!
E noi ti sosteniamo rilanciando il messaggio di “Un tapis roulant per Yohanes!”
Battute a parte, parlaci un po’ di queste ultimo mese e mezzo che ha cambiato la tua annata. Ricordiamo che per un certo periodo, in vista delle Olimpiadi, a voi atleti di interesse nazionale è stato consentito in deroga di allenarvi senza particolari restrizioni; poi, progressivamente, sono stati chiusi gli impianti sportivi, e dalla settimana prima di Pasqua fino al 3 maggio, non vi è consentito neppure allenarvi all’aperto. Come hai vissuto e stai vivendo queste progressive limitazioni?
Beh, ho accettato la situazione, nell’ultimo periodo chiaramente tutto quello che faccio è a regime ridotto.
Fino a quando è stato possibile allenarsi al Campo Scuola tutto andava bene, ero motivato e in ottima forma. Poi è arrivato il fermo di una settimana nel periodo pasquale, non creava grandi problemi; quando poi hanno bloccato tutto fino al 3 maggio, con il mio allenatore Maurizio Cito abbiamo invece iniziato a preoccuparci un po’, e abbiamo quindi reagito, studiando degli allenamenti alternativi. Quelli appunto che ho descritto e che sto facendo adesso.
Bisogna quindi avere pazienza e fare quello che è possibile fare.
Sei preoccupato?
E’ una situazione molto brutta per tutto il mondo, bisogna mettere davanti a ogni cosa la salute.
Cerco nel mio piccolo di dare un contributo come gli altri, rispettando le norme, e avendo pochi contatti con altre persone.
Per quanto riguarda la mia attività, so che perderò un po’ di forma, ma appena sarà possibile ripartire, con le giuste motivazioni, potrò recuperarla.
In tal senso non mi preoccupa neppure aver saltato il periodo di preparazione in altura negli Stati Uniti. Non essendoci gare o obiettivi imminenti al momento, direi che è ininfluente.
Con Maurizio avete un programma, degli obiettivi o vivete un po’ alla giornata in questa fase?
Programmare è dura, non ci sono certezze, per cui direi che lavoriamo abbastanza alla giornata.
Appena ci sarà maggiore normalità, e sarà possibile riprendere ad allenarsi al campo e su strada, butteremo giù con Maurizio un programma.
Ovviamente noi atleti della corsa, con uno stop prolungato possiamo perdere a livello organico; ma in definitiva non sono preoccupato, ci siamo organizzati in questa fase, e la condizione sarà recuperata appena possibile.
Le Olimpiadi sono rimaste in forse per alcune settimane, poi, saggiamente, sono state rimandate al prossimo anno. Come hai vissuto questa scelta?
Ritengo che sia stato corretto e ragionevole rinviare le Olimpiadi. Fino a che non c’è stata la decisione, sentivo avvicinarsi il sogno di partecipare alle Olimpiadi, per cui lavoravo molto motivato. Poi si è capito che causa l’aggravarsi della situazione globale divenivano incerte; infine la decisione, che un po’ ti lascia male lì per lì, ma poi l’accetti perché giusta.
Le Olimpiadi posticipate al 2021 pensi quindi che possano essere un vantaggio o uno svantaggio oppure è indifferente per te?
Per me forse può essere un vantaggio, sono giovane, avrò un anno in più per prepararmi, con l’obiettivo di essere maggiormente protagonista. Alla fine sono positivo, come si dice: tanto più lunga è l’attesa, tanto più grande sarà il piacere.
Immagino che vi sentiate con gli altri compagni di nazionale, con il gruppo con il quale fate i raduni, cosa vi dite? Che umore c’è e che consigli vi date?
Siamo tutti nella stessa situazione, dovevamo essere in USA, ci dispiace. Ci sentiamo ogni tanto sui social; anche gli altri si allenano arrangiandosi come me. In definitiva direi che, senza obiettivi certi, la stiamo prendendo con tranquillità e serenità.
Pensi che in questo 2020 si potrà tornare a gareggiare? Inoltre per ora a fine agosto sono sempre in calendario gli Europei di Parigi dove saresti chiamato a difendere la medaglia di bronzo di due anni fa, pensi che si disputeranno?
Potrebbe essere un obiettivo, vediamo come procede la stagione. Spero che gli Europei si facciano, ma bisogna essere realisti: non si sa come si evolve questa pandemia. Un evento internazionale con molto pubblico potrebbe non essere fattibile.
Anche se si gareggiasse, il tuo eventuale minimo olimpico non varrebbe, perché la World Athletics ha stabilito che i minimi varranno solo dal prossimo dicembre. Pensi che sia una decisione giusta? Ti toglie motivazioni per questo 2020?
Secondo me è una scelta giusta quella di non considerare i tempi in questa estate, perché essendoci meno controlli in questa fase, magari qualcuno potrebbe approfittarne per doparsi. Poi non sappiamo quando nelle varie nazioni si tornerà a gareggiare, in Francia sembra in agosto. Insomma, anche in questo caso, la situazione è incasinata.
Certo è che, se potremo gareggiare, cercherò di farmi trovare pronto e fare del mio meglio, come sempre.
A Stefano, come Presidente della società, avevamo chiesto in conclusione un messaggio da lanciare a tutta la nostra “comunità”; tu cosa ti senti di dire o consigliare?
Penso che l’unica cosa da fare in questo frangente, come detto in precedenza, sia avere pazienza e sperare che la situazione finisca il prima possibile. Io mi sono messo l’animo in pace, cerco di adattarmi, arrangiarmi, avendo fiducia in un miglioramento e nel ritorno alla normalità.
Siena, 18.4.2020
la foto qui presente è una foto d’archivio, scattata prima delle restrizioni per coronavirus