Correre senza fermarsi mai. Maurizio Cito ci parla delle sue ultime esperienze e anticipa l’imminente stagione dei cross

18 Novembre 2015

Sta per finire la pausa agonistica per la Montepaschi Uisp Atletica Siena, visto che domenica prossima sarà già tempo di corse campestri.

Come tradizione è infatti il mezzofondo, con i cross, a sancire l’inizio della nuova stagione agonistica con il graduale passaggio durante l’autunno e l’inverno, verso il 2016.

In Toscana si comincia da Filecchio, provincia di Lucca, dove i nostri ragazzi – Duccio Pecciarelli, Jacopo Gragnoli, Marco Proietti Vagaggini, Niccolò Ghinassi, Gabiele Isernia, Lorenzo Martinelli – saranno al via della prima prova del Gran Prix regionale.

Nel mentre – sempre se non ci siano cambiamenti dopo i recenti terribili accadimenti di Parigi – ad Heyries, sud della Francia, Yohanes Chiappinelli, già pre-convocato per i Campionati europei di cross con la nazionale, sarà al via della prova selettiva francese sullo stesso percorso dove tra un mese dovrà difendere il quinto posto conquistato lo scorso anno.

Per capire quale è lo stato del nostro movimento in questo settore, ne parliamo quindi con il tecnico di riferimento, Maurizio Cito, tra l’altro recentemente convocato nel ristretto novero degli allenatori che la scorsa settimana a Tirrenia hanno presieduto il raduno dei migliori specialisti azzurri del mezzofondo. Un lavoro molto interessante, come avremo modo di scoprire dalle sue parole.

 

Dunque Maurizio, sei appena tornato da una settimana impegnativa che ti ha visto presente a Tirrenia nel raduno dei mezzofondisti azzurri, e poi a Formia, dove tutti i tecnici italiani che stanno partecipando al corso di terzo livello, hanno presentato la propria tesina. Che giornate sono state quindi?

Sono state giornate intense e dure, ma anche molto gratificanti. A Tirrenia, tra test e riunioni, il tempo a disposizione per qualsiasi altra cosa era poco, addirittura, per completare alla sera l’analisi al computer dei dati registrati durante gli allenamenti, abbiamo  dormito veramente poco.

Tirrenia è stata una bella soddisfazione anche dal punto di vista personale, in quanto sono stato chiamato come tecnico in supporto all’organico federale e non come allenatore personale di un singolo atleta. Con questo status in totale eravamo solo in tre, ovvero io, Piero Incalza e Gianni Ghidini.

A Formia invece ho  completato un percorso, quello di tecnico di terzo livello. Ho presentato la tesina (relativa a varie applicazioni dell’uso del piede nel test di Bosco), che è stata ben accolta, per cui è stato un momento di ulteriore soddisfazione personale.

 

A Tirrenia, come detto, eri convocato dal settore tecnico federale, per seguire e monitorare i mezzofondisti azzurri in raduno. Di fatto un riconoscimento importante sulla validità del tuo operato con i tuoi giovani (Yohanes in primis, ovviamente) e del tuo impegno. Che esperienza è stata Tirrenia?

E’ stata un’esperienza bellissima! Quando lavori con persone come Piero Incalza e Gianni Ghidini, hai tutto da imparare. Sono persone umilissime, Incalza è veramente un punto di riferimento importante. Ho imparato molto in poche giornate a contatto con loro, più che da una qualsiasi lezione teorica. Era necessario avere mille occhi durante la giornata; seguire molti atleti; controllare molteplici parametri, insomma un lavoro completo e gratificante.

 

Come hai trovato l’ambiente azzurro?

Ho trovato un bel gruppo, ben seguito, con un progetto di lavoro innovativo. Inoltre è molto importante per il nostro movimento aver “rimesso piede” a Tirrenia, veramente il posto ideale per gli allenamenti del mezzofondo. La pineta, con i nuovi percorsi, è perfetta per molte tipologie di allenamenti. Inoltre reputo che la presenza di Piero Incalza garantisca qualità a tutti i lavori che saranno realizzati in questi raduni

 

Ecco parlaci proprio di Piero Incalza, il responsabile -“advisor” secondo la definizione corrente – del settore mezzofondo. Come è il suo metodo di lavoro? Che spunti ne hai tratto?

Incalza è un tecnico molto esigente, metodico, e per questo mi sono trovato bene. Ha un carattere schietto, per cui è facile comprenderne le esigenze. Il suo metodo di lavoro si basa prevalentemente sulla ripetitività dei test, e quindi sulla possibilità di monitorare differenti parametri sia metaboligici che meccanici (il test di Conconi in primis). Inoltre pone cura ed attenzione all’analisi dell’ampiezze e alle frequenze della corsa parametrandole alla velocità. Dalla mia esperienza, ritengo che in Italia sia l’allenatore che meglio riesce a trasferire la ricerca scientifica sul campo.

 

Torniamo adesso alla nostra realtà locale, parlaci quindi del lavoro che stai svolgendo con i tuoi ragazzi. Quanti atleti stai seguendo e cosa ti aspetti/pretendi da loro?

Seguo un gruppo di circa 12 atleti, considerando anche quelli che non sono nostri.

Mi aspetto che crescano, che si impegnino, e che lavorino in armonia. Ognuno ha i suoi obiettivi, e per ora il lavoro sta proseguendo in modo corretto, come da programma.

 

Chi sarà la sorpresa del 2016 tra i nostri ragazzi?

Secondo me i più giovani, Niccolò Ghinassi e Duccio Pecciarelli, possono ben figurare. Stanno maturando a vista d’occhio, sia fisicamente che psicologicamente. Comunque non voglio parlare di nomi specifici, perché ognuno dei nostri potrà migliorare quanto fatto nel 2015.

 

E per finire, come sta Yohanes? Come si sta allenando? Cosa ci dobbiamo aspettare da lui?

Lo aspetta un anno importante, con un mondiale juniores la prossima estate dove nutriamo un minimo di aspettative.. Dobbiamo allenarci ovviamente in maniera dura, senza sgarrare nulla.

Al momento tutto sta proseguendo al meglio, Yoghi sta facendo un carico di lavoro come mai prima, come è normale che sia alla sua età, per cui ogni anno è necessario aggiungere qualcosa.

 All’Europeo di cross in dicembre farà un’ulteriore esperienza importante, ma il focus è tutto per il 2016. 

 

Montepaschi Uisp Atletica Siena – n.44 – 2015