Era sabato 29 febbraio, l’ora degli aperitivi e della cena, Gianmarco “Gimbo” Tamberi aveva appena terminato i suoi salti esaltando il pubblico del PalaGiannelli. Gimbo aveva dato un’eco globale al primo Siena High Jump Indoor Contest con il suo 2.31 e il suo entusiasmo, dopo i salti di qualità della padrona di casa Elena Vallortigara.
Abbracci, strette di mano, “half-shave” con l’idolo dei giovani; erano gli ultimi calorosi contatti umani che avremmo visto per lungo tempo. Erano gli ultimi segnali di una stagione d’atletica che sarebbe andata in pausa a fine inverno, per ripartire a spron battuto proprio adesso, in Aprile, e per noi dell’Uisp Atletica Siena guardare all’organizzazione del nostro caro Meeting della Liberazione.
Sappiamo come sono andate e stanno andando le cose; come sono state sconvolte le nostre vite dal dramma, dalle precauzioni e dalle restrizioni da corona virus.
La nostra attività si è progressivamente fermata, in base alle varie norme che si sono succedute, ed è per questo che ne parliamo con il nostro Presidente e Direttore tecnico Stefano Giardi, per capire come sta vivendo questo momento la nostra società, e quale prospettive è possibile delineare per l’immediato futuro.
Come sta affrontando la società questo periodo?
Inevitabilmente, come tutti gli sport, siamo tutti in stand-by. E’ una situazione complessa, avevamo concluso l’inverno pieni di stimoli e fiducia, non fosse altro per il successo del Siena High Jump Indoor Constest, che a livello internazionale si colloca al 42° posto negli eventi mondiali similari.
Lo stop per coronavirus è quindi difficile da affrontare per uno sport come l’atletica, dove gli atleti sono “motori” che non dovrebbero fermarsi mai, e per la nostra società che guardava con fiducia alla stagione all’aperto.
Al momento in cui sono emerse le prime limitazioni da coronavirus, ai nostri ragazzi avevamo dato inizialmente un periodo di “vacanza”; poi, visto il prolungarsi del fermo, abbiamo dato indicazioni di fare un minimo di attività in casa, almeno per il mantenimento fisico.
D’altronde l’atletica leggera non è uno sport come gli altri, per cui fermarsi può essere un dramma per la prestazione fisica.
Che consigli dai ai tuoi atleti?
Allenando specialità tecniche principalmente legate ai salti, i miei atleti, in base alle disponibilità di spazi che hanno, fanno principalmente attività posturale e core training; poi alcuni esercizi di forza a carico naturale, altri di esplosività, eventuali balzi o brevi sprint nel caso possano disporre di un giardino. Ovviamente sono tutti allenamenti che servono solo per mantenere un briciolo di condizione, in modo che, al momento in cui sarà possibile ripartire con veri allenamenti, abbiano la condizione base per affrontare quelli che erano gli allenamenti precedenti al “lockdown”.
Quali indicazioni hai dato agli altri tecnici e istruttori?
Ognuno ha agito individualmente, cercando di dare indicazioni similari ai propri ragazzi. Non è possibile d’altronde fare molto di più rispetto a quanto ho detto. La situazione chiaramente è più difficile per il mezzofondo, o le specialità a base aerobica, perché un allenamento di corsa non può essere sostituito con il mero potenziamento domestico.
Come stanno vivendo gli atleti questo periodo? Quale è il loro umore, e cosa possono fare?
I nostri atleti sono abbastanza positivi, per quanto è possibile in questo momento; non si sono demoralizzati, però, certo, è fondamentale vedere l’uscita da questo tunnel. L’atleta infatti vive di stimoli e di risultati, senza specifici obiettivi trova difficoltà ad orientarsi e programmarsi.
Attualmente, oltre al fermo degli allenamenti negli impianti sportivi fino al 3 maggio deciso dal governo, la FIDAL ha bloccato tutta l’attività agonistica fino a fine maggio. Pensi che poi si potrà ripartire e quando?
E’ ipotizzabile che l’attività agonistica a livello regionale possa ripartire prima di quella nazionale, per cui il mio auspicio è che già tra giugno e luglio ci possono essere alcune gare. Ma certamente è difficile ipotizzare il tutto concretamente; ci auguriamo tutti che si possa gareggiare il prima possibile, se non nel periodo da me auspicato, almeno tra settembre e ottobre.
Comunque, prima di gareggiare, gli atleti dovranno riportarsi a un buon regime di allenamenti perché non potranno andare direttamente in gara senza almeno un mese di allenamento su pista, altrimenti rischieremmo troppi infortuni.
Come pensi che ripartiremo?
Come dicevo, sicuramente ripartiremo piano piano, per evitare infortuni. Ma ripartiremo con entusiasmo, almeno i nostri atleti agonisti. Discorso diverso per il settore promozionale, per i tanti corsi dopo scuola, CAS, centri estivi, perché non sappiamo come reagiranno le famiglie a questo prolungato blocco e quale saranno le loro priorità.
Ci saranno differenze rispetto al passato? Pensi che il mondo dell’atletica cambierà?
Indubbiamente sarà differente l’atletica che più ci tocca, quella di base, perché dovremo dare più valore alle manifestazioni secche, ai meeting, a quelli che ci saranno almeno, perché è ipotizzabile che molte manifestazioni non ci saranno più.
Ci sarà forse un’atletica più simile a quella degli anni settanta e ottanta, forse senza circuiti di meeting ed eventi concentrati in due/tre mesi. Ci saranno forse limitazioni di accesso agli eventi per il pubblico, misure di sicurezza sanitaria, e in definitiva potrà essere una stagione di transizione verso il 2021, quando spero che tutto torni alla normalità.
Inoltre sarà importante capire quali risorse economiche saranno in campo, chi sarà in grado di supportare le manifestazioni e chi lavora nel settore.
Ovviamente sono preoccupato sotto questi aspetti per la nostra società, perché sappiamo quanto fu gravoso economicamente alcuni anni fa il periodo di chiusura del Campo Scuola, con l’impossibilità di organizzare i nostri corsi, linfa vitale per tutta la nostra attività. Facemmo un grosso sforzo allora per ripartire, e sicuramente dovremo farlo anche adesso, senza allarmismi, ma ben consapevoli delle energie da mettere in atto.
Tu alleni anche un’atleta di vertice azzurro, Elena Vallortigara, che ha raggiunto il minimo olimpico saltando e vincendo i campionati italiani indoor. Come avete vissuto la posticipazione olimpica?
Indubbiamente, astraendoci dal contesto drammatico generale, inizialmente provi delusione e amarezza per un traguardo inseguito una vita; però sei anche consapevole che sia la soluzione più giusta, se non altro, tra i vari aspetti, perché in un ambiente con migliaia di persone da tutto il mondo, come il villaggio olimpico, ci sarebbe stata una promiscuità senza sicurezze sanitarie.
Mantenere le Olimpiadi in sospeso per qualche mese non sarebbe poi stata la condizione psicologica ideale, quindi il rinvio certo di un anno è quello più giusto.
Vedremo poi quando sarà possibile gareggiare la condizione e in base a quella programmeremo eventuali gare quest’anno, ma è chiaro che il focus è spostato al 2021.
In chiusura, che messaggio ti senti di inviare alla nostra società, ai nostri atleti, ai genitori, al nostro staff?
Il mio messaggio è quello di essere fiduciosi, di guardare positivamente al futuro, benché la ripartenza non sia imminente.
Ci saranno mesi complessi, bisognerà riattivare progetti e una campagna di promozione delle nostre attività. Ma sono sicuro che tutti avranno voglia di tornare al campo, di rimboccarsi le maniche e di lottare anche in condizioni avverse per uscirne meglio che in passato.
Mi preme infine un ringraziamento a tutte le componenti della nostra società, per il loro impegno mostrato anche in questo momento, e per i bei traguardi che già in inverno avevamo raggiunto.
[Siena, 11.4.2020]