Ogni mattina su un giornale; ogni ora del giorno sul web; ogni telegiornale sportivo. Obiettivamente non ne possiamo più di sentire quotidianamente l’atletica leggera buttata all’attenzione delle cronache sempre con un’accezione negativa.
Si parte con lo scandalo corruzione della IAAF, si passa per quello Schwazer, si prosegue con la lista dei 26 rinviati alla procura antidoping, si continua con nuove rivelazioni annunciate da parte della WADA (il 14 gennaio pare sia di nuovo una giornata campale), si finisce (per ora) con la provocatoria (ma fino a che punto?) richiesta della federazione britannica di annullare tutti i record.
A chi giova? Sì, a chi giova questo stillicidio, questa crociata moralizzatrice, in cui indubbiamente è necessario fare uno sforzo conoscitivo per discernere e soppesare fatti e parole, ma che ha il risultato finale di mostrare un mondo dal quale stare alla larga.
La lotta al doping e alle illegalità sono sacrosante, ma come possiamo pensare di farla correttamente andando continuamente a scavare in un passato ormai lontano, sedimentato, con tante ovvie ombre che tutti conoscono, ma che ormai sono state accettate dall’opinione pubblica.
Vogliamo sbiancare i sepolcri? Vogliamo eliminare i miti? Andare a scavare ogni minima particella del loro operato? Vogliamo veramente eliminare quell’aspetto fondativo fatto di epica e di imprese che hanno alimentato i sogni dell’umanità e fatto trepidare gli appassionati?
Che si guardi al qui e all’ora, o al passato prossimo (se ancora soggetto di analisi e revisioni) in un raggio di anni ragionevole, per costruire un oggi e un domani più onesti possibili.
“Possibili” appunto e non certi, visto che il marcio, le degenerazioni rispetto alla retta via, si annidano in ogni aspetto della vita quotidiana, compreso quindi lo sport.
Nessuno ha per caso letto il libro “Qualcuno corre troppo. Il lato oscuro del calcio” di Lamberto Gherpelli ? Il fantomatico caffè di Herrera, le morti in serie della Fiorentina degli anni di Beatrice, e tante altre squadre dagli anni 60, fino all’inchiesta Guariniello sulla farmacia della Juve anni 90, e il commissariamento del laboratorio antidoping dell’Acquacetosa.
Qualcuno ha pensato di cancellare scudetti o di fermare il Campionato?
Conoscere, informarsi, accertare i fatti è fondamentale per sapere come si svolge quello che guardiamo, quello che amiamo.
Ben più importante sarebbe sapere (o percepire) che si fa di tutto affinché in futuro ci siano sempre meno zone dombra.
Prevenzione, informazione, controlli indipendenti e quanto altro ancora possa essere di nuovo inventato come deterrente, sono le uniche armi per la credibilità futura dello sport. Tutto, non solo l’atletica leggera.
A.B.