E’ arrivato il day after, il lunedì successivo al successo di Yohanes agli Eurojuniores, il giorno della prima medaglia internazionale di un’atleta dell’Uisp Atletica Siena.
Il risveglio è stato dolce (sarà perché abbiamo festeggiato in modo sobrio con un semplice gelato…), leggendo tra un cappuccino e una pasta i giornali che riportavano in tutto lo Stivale l’oro del nostro atleta.
Ma vorremmo che il sogno non finisse mai, ovviamente, e che le emozioni del podio, lui così minuto in mezzo ai due corazzieri tedesco e ungherese, potessero ripetersi in continuazione.
C’era stato l’antipasto a dicembre 2014, quando Yoghi con gli altri compagni di nazionale, salì sul gradino più alto del podio agli Europei di cross, con l’Italia juniores campione continentale. Era stata quella la “nostra” prima volta su un podio globale, ma in uno sport individuale, il successo conseguito ieri a Eskilstuna ha qualcosa di maggiormente significativo.
Dietro questa vittoria ci sono tante storie, tutte cresciute sotto lo stesso cielo, tutte cresciute nella stessa casa (l’UISP ATLETICA SIENA), tutte nello stesso luogo, il Campo Scuola.
C’è il lavoro di lungo corso, impostato con l’attenzione da sempre rivolta ai CAS e ai Dopo Scuola voluta dal Presidente Stefano Giardi, ovvero quelle lezioni nelle quali il nostro ragazzo è cresciuto fin da bambino. Ci sono gli istruttori che in quegli anni lo hanno seguito (Giulio, Daniele, Cristina, Elena, Marta e tutti gli altri) per consegnarlo Cadetto a quelle che sarebbero poi state le sapienti intuizioni di Maurizio.
Ci sono Rita e Raffaele che con il loro affetto e la loro attenzione, stanno trasmettendo positivi valori al ragazzo d’oggi, e all’uomo di domani.
E poi c’è ovviamente Maurizio, che ha riversato su Yohanes il suo giovane sapere tecnico, superando gli ostacoli della sua sapienza acerba, ma lucida, nell’interpretazione e lettura del prodigioso atleta.
Nelle sue vene scorre sangue nobile, Yohanes ha il dono della corsa. Ovunque sia nata questa natura così splendida, oggi tutti hanno il dovere di fermarsi e celebrare questo talento, di apprezzarne la leggerezza della falcata, e di mandare a memoria gli 8’47“58 della sua fuga solitaria e vittoriosa.
Se lo sport può aiutare a costruire una società più evoluta e civile, allora questo ne è stato uno dei migliori esempi.
In molti casi lo sport ha il proprio valore sociale riconosciuto ufficialmente in carte etiche e in dichiarazioni il cui valore universale si associa a quello degli atti costituzionali, come presupposto per lo sviluppo degli individui. Per questo si deve essere orgogliosi quando un atleta, un essere umano, che porti una bandiera o un’altra, raggiunge il massimo del suo potenziale in un contesto globale, realizzandosi in pieno.
Ieri abbiamo potuto vivere questa gioia da vicino, nella nostra società, nella nostra piccola comunità sportiva. Tutti si devono sentire orgogliosi di questo alloro continentale, che va ascritto in primis a Yohanes e a Maurizio.
In questo successo, scavando ed esulando un po’ dal puro fatto odierno, c’è la sublimazione della scuola del mezzofondo senese. Una scuola che forse non lo è realmente, perché nessun testimone è stato effettivamente passato. Ma ci piace pensare che nel lontano 1954 quando Foffo Dionisi fondava la nostra società, per portare i giovani podisti di allora in pista, pensasse che un giorno questo traguardo sarebbe stato raggiunto.
Per cui eccoci qui, dopo Mario Casini che arrivò fino alle porte della maglia azzurra; dopo Marcello Lachi; dopo le Olimpiadi del 1964 sfiorate dall’altro scricciolo Loretto Periccioli; dopo i leggendari siepisti Leonello Mucciarelli, Leonardo Nannizzi; dopo il talento di Vieri Falchi, dopo l’andatura britannica del Prof. Gianni Betti; dopo gli insegnamenti di Marco Giovannetti; dopo l’imprinting dato al nostro modello societario da Claudio Perucchini; e dopo tanti altri ancora, eccoci giunti alla sublimazione di Yohanes.
Il domani sarà tutto da scrivere nuovamente, come è nella natura delle cose, che scorrono, a volte rinnovandosi altre riproducendosi in modo eguale.
Per Yoghi ci sono ancora dei traguardi da conseguire nell’atletica dei “piccoli”, poi sarà il momento dell’atletica dei “grandi”.
E in quel momento – se ancora quella sarà la strada scelta da Yohanes- ci auguriamo che possa trovare avversari leali ed onesti. Il mondo sportivo professionistico ha lasciato negli ultimi venti anni fin troppi esempi negativi di atleti vincenti. Non vorremmo mai che un nostro atleta fosse frenato nella sua crescita da simili elementi.
A.B.
Sarà un commento…interessato, ma personalmente dico grazie ad Andrea per la passione (e la conoscenza) che mette nelle cose che scrive. E anche la scelta della foto mi sembra molto felice: sia per il “sobrio gelato” (??) con cui anche Yoghi sembra festeggiare, ma sopratutto per il suo luminoso sorriso, così ben immortalato dal fotografo!
Buongiorno, leggo solo oggi il commento, e ringrazio Raffaele Chiappinelli per le sue parole.
Sì, abbiamo festeggiato solo con un gelato, ma con tanto gusto….e la bella foto che esalta il sorriso di Yohanes, è come se racchiudesse il gusto di tutti.
a presto, Andrea