Primi anni ottanta, tv commerciali che ancora si dovevano affermare, il colore che ancora non riempiva tutti i tubi catodici domestici, e una RAI che da poco aveva dato l’avvio al terzo canale, manda in onda un programma di rapido successo che si chiama “Te la do’ io l’America”, in cui un giovane comico, Beppe Grillo, commenta con stile graffiante, ironico e sarcastico, le immagini di una sorta di reportage delle stranezze d’oltreoceano.
Di anni ne sono passati da allora; i mondi oggigiorno sono interconnessi, i viaggi sono semplificati e con il web ci sembra facile conoscere tutto ciò che è presente nel pianeta anche se non ci siamo mai spostati da casa.
Eppure, viaggiare, spostarsi per vivere in un altro posto, magari proprio l’America, sorprende sempre e per chi ne è il protagonista, è sempre una scoperta che vale la pena di raccontare.
Per questo, dopo aver accolto Yohanes Chappinelli con il suo resoconto degli allenamenti sugli altipiani keniani, abbiamo chiesto a Tommaso Bruni come è la vita da studente – atleta negli Stati Uniti.
Tommaso, classe 1999, velocista allenato da Cristina Fornacelli, personali portati nel 2021 a 11”09 nei 100m e 22”29 nei 200m, ha infatti coronato un sogno ottenendo una borsa di studio come studente / atleta presso il Cowley Community College in Arkansas.
Dopo alcuni mesi di permanenza – conditi già dal primo sub 11 in carriera, ovvero 10″99 seppur ventoso, e due record del suo college, nella 4×200 e nella DMR….cos è la DMR? leggete fino in fondo e lo scoprirete – ci siamo fatti così raccontare la “sua America”, ecco le parole di Tommaso:
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Ciao a tutti, per chi non mi conoscesse sono Tommaso Bruni, attualmente studente-atleta presso il Cowley Community College. ma a questo ci arriviamo più tardi.
Dopo tanti anni con la maglia del Uisp Atletica Siena, ad Aprile 2021 mi si presenta un’occasione incredibile: la possibilità di studiare e gareggiare per un college americano grazie ad una borsa di studio.
Dopo mesi di lunghe trattative e tantissime scartoffie, intorno al 15 novembre 2021 firmo ufficialmente con quello che sarebbe stato il mio college per i prossimi due anni. Finalmente stavo per realizzare uno dei miei grandi sogni della mia vita.
Gli ultimi giorni in Italia sono stati davvero molti pesanti perché più mi avvicinavo alla data della mia partenza e più mi rendevo conto che stavo per lasciare tutto quello che faceva parte della mia vita per davvero tanto tempo.
Dopo gli ultimi saluti ad amici e parenti ero pronto per affrontare questo nuovo ed entusiasmante capitolo della mia vita.
Il 22 gennaio 2022 parto da Roma con una conoscenza dell’inglese pari a 0 (se già sapevo l’inglese era troppo facile) e destinazione Arkansas City, Kansas.
“Solo” 16 ore di viaggio mi separavano da quella che sarebbe stata la mia nuova vita per diversi mesi.
L’impatto iniziale è stato piuttosto brutale, non capivo praticamente nessuno quando parlavano, la maggior parte delle volte mi ritrovavo a comunicare con Google traduttore per farmi capire anche nelle situazioni più semplici.
Attualmente abito in uno dei 4 dormitori del college, il mio si chiama Storbeck Dorm, ed è il più piccolo.
Tutti i dormitori però sono molto vicini al resto delle altre strutture del college, come la mensa (vi prego qualcuno che sa cucinare venga ad insegnargli !!), le strutture che ospitano le aule, una delle due palestre del college e il palazzetto del basket.
Il mio dormitorio ospita circa 30 camere, in ogni camera due persone che condividono il bagno con altre due… si avete capito bene, un bagno per 4 persone.
Ho avuto però la fortuna di trovare un compagno di stanza con la C maiuscola, una persona davvero d’oro che col tempo si è rivelato un grande amico con cui condiviso tanti bei momenti, si chiama Adrian ed è un mezzofondista spagnolo.
Il mio percorso di studi, o come dicono qua, la mia Mayor è “Pre physical Therapy” e anche il fatto di riprendere a studiare dopo 3 anni che non toccavo un libro, per di più tutto in inglese, non è stato affatto facile all’inizio, ma per fortuna è stato un problema solo delle prime settimane. Adesso vado molto fiero del mio GPA (la media totale con valutazione da 0 a 4) che si avvicina al 4.
Più il tempo passava e più mi rendevo conto che mi stavo ambientando a questo nuovo mondo molto distante dalla mia Siena.
Per quanto riguarda il mondo dell’atletica non ho potuto fare a meno di notare quanto loro (gli americani) investano sullo sport.
Strutture folli, piste a 8/9 corsie in ogni stadio, palestre super attrezzate e tanto materiale tecnico che l’università passa ad ogni singolo atleta.
Il mio college dispone infatti di una pista 8 corsie nuova, due palestre, una struttura con un campo in sintetico completamente indoor ottima per quando fuori fa molto freddo oltre ad ovviamente tutti gli altri impianti per gli altri sport (Basket, Baseball, Pallavolo, Calcio, Tennis e Wrestling). Purtroppo però, la pista si trova a circa 2 km dal cuore del college e di solito i ragazzi americani con a disposizione una macchina, accompagnano tutti gli altri.
Anche il metodo di allenamento è completamente differente rispetto al metodo europeo, difatti puntano molto sulla quantità e meno alla qualità degli allenamenti.
Durante questo semestre gli allenamenti erano dal lunedì al giovedì/venerdì perché poi il fine settimana avremmo avuto le gare.
In genere ogni allenamento dura dalle 3 alle 4 ore poiché, dopo ogni allenamento di pista abbiamo sempre una seduta di palestra più o meno pesante in base ai giorni.
Il mio allenatore, Coach Parker, è molto giovane e a differenza di come ero abituato io, segue molto meno gli atleti (non so bene il perché, forse per renderci più autonomi).
Svolgo inoltre la maggior parte dei miei allenamenti con Miles, velocista delle Bahamas, e Jeremy, anche lui velocista ma Americano, nativo di Garden City, KS.
Questa esperienza, oltre ad insegnarmi davvero molto e a farmi crescere a livello personale, mi permette di conoscere persone da ogni parte del mondo e concentrarmi su quello che davvero mi piace 24h su 24.
Infatti, anche se per gli allenatori è molto importante avere un buon GPA, gli insegnanti sono molto alla mano e vengono incontro alle tue esigenze da Studente-Atleta spostandoti magari degli esami a tuo piacimento se dovesse essere necessario.
Per partecipare alle gare, gli allenatori sono molto attenti al tuo andamento scolastico, difatti, se tu dovessi avere un GPA inferiore a 2, ti obbligheranno a frequentare dei corsi di recupero e non ti permetteranno di competere a livello sportivo.
Anche nelle gare non ho fatto a meno di notare notevoli differenze a partire dal fatto che per loro, correre 3/4 eventi in un giorno è completamente normale (ad esempio correre 200-400-4×100 e 4×400).
Il tifo è qualcosa di incredibile, ho avuto la possibilità di partecipare ai campionati nazionali Indoor a Pittsburg qualche mese fa e non avevo mai visto nulla del genere, sembrava che stesse per venire giù il palazzetto.
Ho inoltre siglato un record della scuola sulla DMR (Middle Distance Relay), una particolare staffetta che viene corsa soltanto indoor e prevede un 1200, un 400, un 800 ed infine un miglio ovvero 1600m.
A distanza di alcuni mesi dal mio arrivo in America, sono davvero soddisfatto di aver intrapreso questa nuova avventura e vorrei ringraziare le persone che hanno fatto sì che tutto questo potesse accadere, dai miei genitori alla mia allenatrice, Cristina, che in questi ultimi anni mi ha supportato (e che tutt’ora lo sta facendo nonostante le 7 ore di fuso orario e gli 8500 km di distanza) e fatto migliorare tanto da ambire a un traguardo del genere.
Spero un giorno di rendere fieri tutte le persone che credono in me.